N° 64

 

LE RADICI DELL’ODIO

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Comincia in sordina: un ragazzo di colore viene picchiato all’uscita di una discoteca di Los Angeles. Per i poliziotti accorsi potrebbe essere un atto di bullismo come se ne vedono tanti. Forse qualche ragazzo impasticcato o ubriaco ha sfogato la sua violenza contro il primo bersaglio che ha trovato ed il colore della pelle non c’entra niente.

            Il giorno dopo, a New York, Aaron Silverberg, gioielliere ed Ebreo Ortodosso sta aprendo il suo negozio come ogni giorno quando viene aggredito e percosso brutalmente. Le vetrine del suo negozio sono frantumate a colpi di spranga Silverberg viene portato in ospedale in gravissime condizioni.

            A San Francisco, nel quartiere di Castro, un ritrovo della comunità gay viene bersagliato da bombe molotov. Il terribile bilancio è di 11 morti e 28 feriti. Questa volta non ci sono dubbi: è un crimine dell’odio.

            Un giovane ispettore[1] della Polizia di San Francisco trasmette all’ F.B.I. una richiesta di informazioni su un simbolo disegnato con la vernice spray su un muro del circolo gay: una H inserita in un cerchio. La ricerca porta alla scoperta che lo stesso simbolo è stato trovato nei luoghi delle aggressioni di Los Angeles e New York, ma non è tutto: un simbolo pressoché identico appare nei database federali ed in quelli dello S.H.I.E.L.D.

            La reazione dell’Ispettore incaricato è di correre dal suo Tenente, quella del Tenente è di chiamare il Vice Capo in comando dell’Investigations Bureau che a sua volta chiama il Capo della Polizia, che, dopo essersi consultato con il Sindaco e la Commissione di Polizia, fa l’ultima e decisiva telefonata scaricando la patata bollente ai Federali.

 

            Il Dipartimento per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti è il più giovane dei dipartimenti esecutivi del Governo Federale ed è stato creato dopo il fatti dell’11 settembre 2001. Nonostante la recente costituzione è il terzo dipartimento per personale e risorse con circa 200.000 impiegati d un bilancio annuale di poco inferiore ai cento miliardi di dollari.

            Non sono pochi a pensare che molti di coloro che lavorano per quel dipartimento siano dei paranoici ossessionati dalla sicurezza anche a scapito delle libertà fondamentali dei cittadini. Forse è vero o forse no, ma al momento non ha importanza perché la segnalazione che arriva sul tavolo del responsabile della sezione antiterrorismo lo spinge a dire:

-Chiamatemi Jasper Sitwell.-

 

            Mentre in una Washington D.C. che deve ancora riprendersi dagli attacchi del Teschio Rosso[2] e di Deathlok[3] procede relativamente veloce la costruzione della nuova sede del F.B.S.A. quest’agenzia a cui è demandata la sicurezza dalle minacce superumane ha trovato ospitalità temporanea nel palazzo dell’Accademia del F.B.I. a Quantico in Virginia ed è qui che troviamo che troviamo un insolitamente cupo Jasper Sitwell, Direttore dell’agenzia, alla sua scrivania mentre riappende il telefono.

-Immagino ci siano guai seri in vista.-

            A parlare è stata una ragazza apparentemente sui 25 anni dai capelli neri e gli occhi castani che veste un sobrio completo composto da giacca e pantaloni blu scuro e camicetta bianca. Sotto la giacca si intravede una fondina ascellare che contiene una Glock Modello 22.

-Temo di sì, Agente Hill.- risponde Sitwell.

            Maria Hill, Vice Direttore ad Interim della Sezione Risorse Superumane avanza nella stanza.

-Cosa sta succedendo?- chiede.

            Sitwell la guarda un attimo restando in silenzio, poi le chiede:

-Ha mai sentito parlare del Seminatore d’Odio?-

 

 

2.

 

 

Elizabeth Mary Mace si sta godendo uno dei rari weekend liberi degli ultimi tempi: nessuna pratica urgente da seguire come avvocato militare, nessuna missione segreta per la D.I.A,[4] e nessun pericolo da sventare con i Vendicatori o da sola nei panni di Capitan America. Le sue tre vite parallele sembrano aver trovato un punto di equilibrio lasciando finalmente a lei ed a Martin Luther King Mitchell, il bell’ufficiale di colore della Marina suo collega al J.A.G.[5] il tempo per approfondire la loro relazione e chiarire i reciproci sentimenti. Liz si sente in colpa nei confronti di Marty per essere andata a letto con il suo superiore alla D.I.A. il colonnello Michael Rossi. Razionalmente si dice che lei e Marty erano liberi e non si erano mai fatti promesse ma il senso di colpa che prova sembra pensarla diversamente e questo deve pur voler dire qualcosa, considerato come si sente bene con lui, uno dei pochi con cui non deve fingere.

Il suono del cellulare interrompe i suoi pensieri. Riconosce il numero. Prefisso dello S.H.I.E.L.D. tanto per cambiare. Sbuffando risponde:

-Comandante Brown, lei è la mia nemesi. Non ha qualcun altro da chiamare una volta tanto? Il Comandante Rogers, la Vedova Nera… entrambe le Vedove Nere magari.-

<<Mi dispiace doverla chiamare ancora…>> replica Laura Brown <<… ma questa è una patata bollente cucinata apposta per lei. In realtà sto facendo un favore ad un vecchio amico che non sapeva come trovarla e me ne sono incaricata io.>>

-Un amico?-

<<Jasper Sitwell del F.B.S.A. Vorrebbe vederla nel suo ufficio a Quantico il prima possibile.>>

            Liz trattiene il respiro: che ci siano finalmente novità sull’esplosione in cui è…è scomparso suo fratello?[6] Non osa sperarlo.

-Per… per cosa?- chiede infine.

<<Da quel che ho capito, riguarda una nostra vecchia conoscenza: il Seminatore d’Odio.>>

-Accidenti… non ho bisogno di un altro pazzoide nazista a rovinarmi la vita.-

<<E chi ne ha bisogno?>> ribatte Laura <<Che devo dire a Jasper?>>

-Che sarò da lui nel pomeriggio.-

            La comunicazione viene chiusa e Marty le passa un braccio intorno alle spalle.

-Mi par di capire che il nostro weekend insieme sia già finito.-

-Già.- borbotta Liz –Mi vogliono al F.B.S.A. al più presto. Hai fatto un cattivo affare a scegliere me come compagna di bagordi. Anche i medici di pronto soccorso hanno più tempo libero di me.-

-Non avrei voluto nessun’altra e ormai dovresti averlo capito.- ribatte lui deciso.

-Grazie... per me è lo stesso, credimi. Ci è rimasto poco tempo per stare insieme prima che debba partire, quindi non sprechiamolo, ti prego.-

 

            È stata una notte insonne per Jack Norriss, Vice Direttore a capo della Sezione Investigativa del F.B.S.A e per la reporter investigativa Joy Mercado, una notte passata a rivedere il dossier sull’attentato al quartier generale di quella peculiare agenzia federale senza fare un solo passo avanti ed ora entrambi si ritrovano nella cucina di Joy assieme al taciturno Ace, guardia del corpo di Joy a fare colazione ed il punto della situazione.

-Maledizione.- esclama Norriss –Ho riletto tutto il dossier da cima a fondo e non c’è niente di particolare. Non hai scoperto nulla che già non sapessimo.-

-Eppure, deve esserci qualcosa.- puntualizza la bella reporter –Qualcosa di abbastanza importante da spingerli a volermi morta.-

-E se invece non ci fosse nulla?- interviene Ace.

            I due si voltano a guardarlo con un’espressione perplessa, poi è Jack ad esclamare:

-Ma certo! Questa è la risposta: non c’è niente!-

-Vuoi dire…?- comincia Joy, poi si interrompe e si rivolge ad Ace –Sei un genio.-

            Il Portoricano si limita a sorridere.

 

            Quando Capitan America varca la soglia della Base dei Marines di Quantico in Virginia è inevitabile che attiri l’attenzione sia per quel che significa il costume che indossa, sia perché è una bella donna.

            Non fa molto caso agli sguardi ed ai commenti sussurrati, ci è abituata sin da quando è entrata nel Corpo dei Marines, cosa di cui quelli che la guardano non sono al corrente.

            Raggiunge facilmente la palazzina dell’accademia e viene accompagnata nell’ufficio dove Jasper Sitwell l’aspetta assieme a Maria Hill.

-Sono felice che sia qui, capitano.- la saluta Sitwell –Conosce il Vice Direttore ad Interim Maria Hill?-

            La donna le porge la mano senza entusiasmo e la ritira subito dopo. Non è un tipo molto socievole, pensa Liz.

-Cosa sta succedendo?- chiede –Siete davvero sicuri che il Seminatore d’Odio sia tornato in azione?-

-Quanto basta.- risponde la Hill –Sospettiamo che sia dietro una serie di gravi fatti ma non abbiamo ancora capito cosa…-

            La donna non finisce la frase, un agente entra improvvisamente esclamando:

-Signor Direttore, accenda la TV, presto.

            Sitwell lo fa e per Capitan America è come rivivere una scena già vista quando il Teschio Rosso fece il suo annuncio alla Nazione.[7]

            Il volto incappucciato del Seminatore d’Odio riempie lo schermo e le sue parole risuonano secche:

<<Sono il Seminatore d’Odio e questa non è una minaccia o un avvertimento, ma un dato di fatto: la vostra marcia nazione sarà distrutta e nessuno potrà impedirlo. Gli Stati Uniti bruceranno nel fuoco dell’odio e sarò io ad attizzare la fiamma.>>

            La camera si sposta sulla lettera H sul cappuccio del Seminatore d’Odio poi la lettera comincia a vorticare deformandosi sino a divenire una svastica nazista mentre in sottofondo si ode una sinistra voce che parla in Tedesco, la voce dell’uomo sotto il cappuccio: Adolf Hitler.

 

 

3.

 

 

            Sam Wilson stringe il telecomando come se volesse spezzarlo.

-Quel maledetto nazista!- esclama.

-Calmati Sam.- gli dice sua sorella Sarah –Non serve a niente agitarsi.-

-Tu non conosci il Seminatore d’Odio Sarah.- ribatte Sam –Dietro quel cappuccio si nasconde la mente perversa e malata di Adolf Hitler, sopravvissuto più e più volte alla morte.-

-Hitler… dopo tutti questi decenni… è difficile da credere.-

-Eppure è così… grazie ad una serie quasi infinita di clonazioni. Ha già portato morte e distruzione sul mondo intero nella sua prima incarnazione ed ora ha il potere di attizzare l’odio... puoi immaginare i danni che può fare. Ricordi le rivolte razziali? Immaginale molto più in grande.-

            Sarah Casper è scossa da un brivido. Se suo fratello ha ragione…

-Vuoi intervenire come Falcon?- gli chiede –Cosa pensi di fare?-

-Non lo so, ma non posso restare con le mani in mano: contatterò Capitan America tanto per cominciare.-

            Un sasso rompe la finestra mentre delle urla provengono da fuori. Istintivamente Sarah si muove per andare a vedere ma suo fratello la ferma appena in tempo: una sventagliata di proiettili si abbatte contro la finestra ed i due fanno appena a tempo a gettarsi a terra mentre frammenti di vetro volano tutt’intorno.

-Adesso basta!- esclama Sam.

            In pochi minuti ha indossato il costume di Falcon e subito dopo si tuffa in aria sostenuto dalle sue ali.

 

            Jasper Sitwell ha un’aria decisamente preoccupata mentre accompagna Liz Mace in una sala interrogatori dove si trova un uomo massiccio dai capelli e la barba rossa.

-Come lei sa, Capitano…- spiega Sitwell -… il Dottor Faustus ha accettato di collaborare con noi dopo quella faccenda del Teschio Rosso e ci sta fornendo informazioni molto utili sul Seminatore d’Odio.-

            A prezzo dell’impunità o di un forte sconto di pena per i suoi crimini, pensa Liz, un prezzo forse adeguato per aver avvertito lo S.H.I.E.L.D dei piani del Teschio Rosso ed aver salvato dalla morte una squadra di Vendicatori, ma non per questo la cosa le piace.

-Non è una grande notizia che quell’uomo abbia un grande ego...- comincia a dire Faustus -... dopotutto stiamo parlando di Adolf Hitler.-

-Ci dica qualcosa che non sappiamo, dottore.- lo interrompe con voce brusca Maria Hill.

            Faustus la fissa con aria di sufficienza. Si aggiusta con calma il monocolo e poi parla:

-Una volta il Seminatore d’Odio utilizzava un “raggio d’odio” per scatenare l’odio latente nelle sue vittime, ma ultimamente sembra avere acquistato quel potere lui stesso, forse un effetto collaterale delle energie che hanno distrutto il cubo cosmico dove la sua mente era rimasta imprigionata per un po’. Il che vuol dire che molto probabilmente è stato presente di persona in tutti in luoghi in cui si sono verificati quegli incidenti. Visto l’ego di cui parlavamo, ipotizzo che non saprà resistere dal mostrarsi se uno dei suoi tradizionali avversari si facesse vedere sul luogo di uno dei prossimi incidenti.-

-Qualcuno come me.- commenta Capitan America.

            Sitwell depone il cellulare a cui ha appena risposto e dice:

-Forse abbiamo la nostra occasione: sono stati segnalati disordini a Harlem.-

-Portatemi lì… in fretta.- dice Liz.

            Faustus sorride.

 

            Il Cecchino aspetta che le sue vittime escano dall’edificio. Finora il maggiore ostacolo al compimento della sua missione è stato quel maledetto portoricano. Sembra avere una specie di senso del pericolo o una soprannaturale abilità di anticipare le mosse dell’avversario. Forse dovrebbe eliminare lui per primo.

            Eccoli finalmente. Oltre alla Mercado ed al suo amichetto c’è anche Jack Norriss. Eliminare anche lui potrebbe creare problemi ma nulla di insuperabile dopotutto.

            Il suo mirino inquadra i bersagli, il dito si tende sul grilletto.

 

 

4.

 

 

            Lo scenario non è nuovo in questa città: solo poche settimane fa un’ondata di follia scatenata da un pazzoide in costume di nome Madcap aveva portato morte e danni sull’intera città,[8] ora la cosa si ripete, sia pure in scala più limitata, mentre odi mai del tutto sopiti si ridestano tra le comunità di Harlem: ispanici contro neri, neri contro bianchi o altri neri, la miccia è stata accesa e quel che manca è solo la detonazione.

            L’elicottero vola sopra la folla in tumulto. Il pilota si rivolge a Capitan America:

-Là sotto le cose si stanno mettendo al peggio. Che intende fare  signora… cioè Capitano?-

            Liz Mace si morde le labbra. C’è una sola risposta che Capitan America può dare:

-Andare laggiù naturalmente.-

-E come pensa di fare? Io non posso atterrare là in mezzo.-

-Questo non è affatto un problema.- risponde Liz e sotto gli occhi stupiti del pilota si tuffa nel vuoto.

 

            Lo chiamano Boss Morgan e dicono che sia il signore del crimine di questa parte della città. Hanno ragione naturalmente ma ora non conta molto. Chi lo vedesse adesso saprebbe che non è affatto contento della situazione. I raid occasionali dei suoi rivali delle gang di Spanish Harlem sono seccanti ma sa come rispondere. Questa faccenda è più seria: non riesce a tenere a freno i suoi uomini, è come se fossero completamente dominati dall’odio. Non sa capire come mai a lui non è successo o se e quanto la cosa durerà. Odia dirlo, ma in questo momento gente come Falcon, che sta combattendo in strada, è la sua sola speranza di evitare che la sitauzione degeneri.

            Lo vede evitare una motocicletta levandosi in volo, poi qualcuno gli spara e Falcon crolla al suolo. Lo hanno ucciso? No, si muove, è solo una ferita di striscio ma se non si dà una mossa alla svelta qualcuno finirà il lavoro. Normalmente sarebbe contento di vedere Falcon stecchito lui stesso ha messo una taglia sulla sua testa, ma ora…

            Morgan spara una, due volte, colpendo sempre il bersaglio, poi corre verso Falcon e lo aiuta ad alzarsi in piedi.

-Muoviti , presto!- gli intima.

-Tu?- esclama, stupito, Sam Wilson –Questa è bella.-

-Non lo avresti mai creduto eh? Dobbiamo restare uniti per sopravvivere… almeno finché non arriva la cavalleria.-

            Falcon alza gli occhi al cielo e mentre vede cadere una figura color blu, bianco e rosso, replica:

-Credo sia appena arrivata.-

 

            Il momento è passato. Il Cecchino vede l’auto andar via ed immettersi nel traffico. Un colpo difficile da quella distanza ma lui può farcela. Certo a scapito della discrezione che preferirebbero i suoi committenti, ma non si fanno le frittate senza rompere qualche uovo. Si mette in spalla il piccolo lanciamissili portatile e prende la mira.

 

 

5.

 

            Quando sono cominciati i tumulti la ragazza che si fa chiamare Nyla Skin ha avuto un solo pensiero: raggiungere suo figlio. Jack è la sola cosa veramente buona che è venuta dalla sua vita, deve proteggerlo ad ogni costo.

            Due uomini le si parano davanti. Ispanici e dai colori sono membri di una gang dominicana o salvadoregna.

-Bene bene… che abbiamo qui?- dice uno dei due –Una bella negretta. Dove vai tutta sola, chica?-

            Nyla si volta ma si trova la strada sbarrata da un motociclista con gli stesi colori.

-Non vai da nessuna parte chica.- le si rivolge.

-Hai paura di noi?- insiste il primo -Fai benissimo: noi odiamo quelle come te. Non vuoi sapere cosa facciamo a quelli che odiamo?-

            E Nyla sa che la sua vita non vale nulla per loro. A meno di un miracolo non rivedrà suo figlio.

 

            Un solo attimo per premere un grilletto, poi, appena prima che possa farlo, una voce intima:

-Fermo!-

            Il Cecchino si volta di scatto e si trova davanti un uomo ed una donna che indossano un costume verde con un cappuccio che copre loro la metà superiore del viso. Ha già visto quel costume ma non chi lo indossa ora.

            Che sta succedendo?

 

            Liz Mace assapora il vento sulla faccia mentre precipita al suolo e quasi capisce come queste cose venissero istintive per Steve Rogers. Ma lui si chiedeva mai se un giorno o l’altro avrebbe fallito oppure non contemplava nemmeno la possibilità? La ragazza accantona il pensiero e con un colpo di reni si avvicina ad un’asta di bandiera. Per un millimetro non riesce ad afferrarla ed istintivamente si aggrappa alla bandiera… che non regge al suo peso e si strappa facendole continuare la caduta. Si rannicchia sperando che lo scudo possa assorbire la maggior parte dell’impatto.

            Non ha il tempo di scoprirlo: due forti braccia la afferrano a mezz’aria.

-È un vizio di voi Capitan America lanciarvi senza paracadute?- le chiede Falcon sorridendo.

-Ce lo insegnano al centro di addestramento.- replica, ridendo, Liz –Sono davvero felice di rivederti Falcon.-

-Il piacere è reciproco. Mi è capitato di portare in volo altri Capitan America ma non è mai stato così piacevole.-

-Adulatore… ora mettimi giù, per favore.-

-Ai suoi ordini signora.-

            Atterrano davanti ad un uomo di colore che Liz trova familiare. Ne ha visto una foto o comunque un’immagine da qualche parte. Chi è? Finalmente l’illuminazione:

-Ma lui è…-

-Boss Morgan.- conferma Sam Wilson –Nostro riluttante alleato in questa folle situazione.-

-La pace a Harlem è anche nel mio interesse.- ribatte Morgan –E ti faccio notare, Falcon, che non ci sono prove che io sia un boss del crimine. Sono solo un modesto imprenditore.-

-Sì… e Hitler era solo un pittore fallito.- replica Falcon.

-A proposito…- li interrompe Cap -… dobbiamo scovare il Seminatore d’Odio.-

-Parli di me, amerikanishe Hure? Sono qui.-

            Gli sguardi di tutti si volgono verso l’uomo in costume il cui volto è celato da un cappuccio a punta. E così Faustus aveva ragione: non ha resistito alla tentazione di sfidare personalmente da Capitan America.

-Perché tutti quelli con cui mi scontro devono rivolgermi insulti sessisti?-

-Silenzio, stupida femmina.- replica il Seminatore d’Odio –Non vali il tempo che perdo con te. Non sei che la pallida ombra del mio vecchio avversario.- alza le braccia al cielo e si rivolge alla folla che si ferma ad ascoltarlo come rapita –Odiate! Assalite quella sgualdrina e i suoi due amici negri. Fateli a pezzi!-

            Ok, pensa Liz, lo ha stanato, ma rimarrà viva abbastanza per gloriarsene?

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Davvero poche note su quest’episodio:

1)    Gli affezionati lettori di questa serie e della Marvel in generale dovrebbero sapere chi è il Seminatore d’Odio ma per quei pochi che non lo sapessero basti dire che sotto la sua maschera si cela nientemeno che Adolf Hitler sopravvissuto grazie alla tecnologia di Arnim Zola che gli consentito di far passare la sua coscienza da un corpo clonato all’altro mantenendo sempre la stessa età che aveva nel 1945. La sua prima apparizione risale a Fantastic Four Vol. 1° #21, datato dicembre 1963, che anche l’albo in cui fa, (in veste di agente della C.I.A.) la sua prima apparizione “moderna” Nick Fury. Inizialmente il Seminatore d’Odio usava come arma un raggio dell’odio, sviluppato dai soliti super scienziati nazisti, che scatenava contro chi ne veniva colpito, indovinate un po’, odio. -_^

2)    Curiosamente, mentre il Teschio Rosso, la cui mente sopravvive (beh… sopravviveva -_^) in un corpo clonato da quello di Steve Rogers, è sempre e comunque il Teschio Rosso, il Seminatore d’Odio, la cui mente è quella di Hitler e che sopravvive in un corpo clonato da quello di Hitler, è chiamato di solito: “clone di Hitler”. Che dipenda dal fatto che Hitler era una persona reale? Personalmente dubito che siano tanti, compresi i familiari, che si sentirebbero offesi se Hitler viene usato come criminale ma chissà…

Nel prossimo episodio: Capitan America e Falcon contro il Teschio Rosso, il fato del Cecchino, i sinistri piani dell’Hydra Imperiale e… ehi non vi basta?

 

 

Carlo



[1] Grado che nel Dipartimento di Polizia di San Francisco equivale a quello di detective negli altri dipartimenti di polizia negli Stati Uniti.

[2] Vendicatori Segreti #20 e Vendicatori #90.

[3] Su U.S.Agent #6.

[4] Defense Intelligence Agency, il servizio segreto militare.

[5] Judge Advocate General, il servizio che fornisce avvocati e giudici alle Forze Armate degli Stati Uniti.

[6] Nell’episodio #50.

[7] Su Vendicatori #89.

[8] In Occhio di Falco MIT #19/20.